lunedì 16 marzo 2015

La ragazza di vetro

Ci sono dei giorni in cui non riesco a parlare. Mi sembra di avere la lingua attaccata al palato, le labbra troppo pesanti per muoverle in modo sufficientemente veloce e accattivante.
Sento di avere i riflessi rallentati, la testa chiusa e confusa. Non mi ricordo come si sorride, né come si sostiene una conversazione.

Ma nella mia mente, i pensieri fluiscono veloci come non mai. Non sono fruibili, purtroppo. Nel senso che se lo dicessi ad alta voce, risulterebbero completamente oscuri e fuori contesto. Li devo tenere per me, lo sento.

Ci sono dei giorni in cui stacco la spina dal mondo, involontariamente, sin dal momento in cui metto i piedi appena usciti dalle coperte nelle ciabatte. Non parlo nemmeno da sola. È come se mi mancasse la forza.

Guardo il mondo scorrere sotto i miei occhi, sento le voci di chi vi è saldamente radicato, e intrattiene relazioni con esso e con chi vi abita. Vedo i sorrisi, percepisco i contatti, sento le battute scherzose e i toni un po' più alti. Sento il freddo, il caldo, il bagnato della pioggia. Cammino come sospinta da una forza che non conosco.

Ci sono dei giorni in cui mi sento immobile e fragile. Una persiana abbassata sulla finestra del mondo.

Oggi è uno di quei giorni.

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