domenica 20 luglio 2014

La bolla

Ormai sono quasi convinta del fatto che la vita sia intenzionata ad escluderci da ben determinate situazioni. È come se noi, nell'ambito di un quadro già perfettamente costruito, non fossimo proprio previsti. Come se ci trovassimo fuori campo, appena al di là del fuoco di un obiettivo.
Penso che alcune cose non le vivrò mai, perché semplicemente non sono destinata a viverle: in quella foto, in quel quadro, io non ci sono. Non c'entro. 

Naturalmente non parlo dello "straordinario", dell'incredibilmente bello o incredibilmente brutto. Non ci vuole un genio per immaginare che le probabilità di organizzare un viaggio sulla luna insieme ai nostri cari siano veramente scarse... Ammetto tuttavia che se per l'incredibilmente bello vi è una quasi assoluta certezza della sua peculiare irrealizzabilità, per "l'incredibilmente brutto" la certezza si tramuta in speranza, perché nessuno, e dico nessuno, è esente dalle disgrazie di questa vita. Si può solo avere fede... E sperare.

Io però mi sento esclusa da altro. Da eventi che genericamente appaiono "ordinari" ma che per me, evidentemente, non lo sono. Ma perché la vita ci fa stare tanto male per la mancanza di ciò che, invece, ne dovrebbe naturalmente fare parte? Qual è il senso di un'esclusione tanto brutale, di quel muro che mi separa da un mondo che ancora non conosco, da persone che forse mai conoscerò?

Mi sento dentro una bolla con una parete a specchio. Vedo la vita, le persone, i loro amori, le loro "normalità" che scorrono davanti ai miei occhi. A volte sento un profumo, a volte mi sembra quasi che qualcuno si sia accorto della mia presenza al di là di quella fortezza che li riflette e mi imprigiona.

Ma poi quel qualcuno si gira.
Quel profumo svanisce.
Ennesima illusione. L'ennesimo assaggio di ciò che non sarà mai mio.

L'ennesima, sbiadita fotografia, di cui faccio parte solo per metà.

giovedì 17 luglio 2014

In un soffio

Sembra ieri. 
La paura di una nuova vita, il timore di fallire. Il distacco, la mancanza, l'euforia, la voglia del nuovo, del diverso... L'improvvisa solitudine.
Sembra ieri, ma è passato un anno.
Sembra ieri, forse lo è davvero.
Ma ieri è passato.
Il problema di un nuovo inizio è che quest'ultimo sarà sempre, inevitabilmente accompagnato da una fine. Non importa quanto ci vorrà. Un giorno, due mesi, cinque anni. Non ha importanza. Perché, prima o poi quel periodo è destinato a finire, nel bene e nel male.
Prendiamo coscienza del valore del tempo che scorre solo quando esso sta per esaurirsi. E si vorrà tornare indietro, e si malediranno i momenti in cui veniva invocata la venuta della notte, ritenendo il giorno sin troppo lungo, interminabile.
La cosa più frustrante è che, per quanto cerchiamo di afferrare gli ultimi attimi di ciò che è stato, essi non torneranno. 
Scivolano. 
La voglia di vedere ciò che sarà si sostituisce alla voglia di prendere il tempo, stringerlo tra le mani, non lasciarlo più.
È passato un anno.
Eppure, sembra solo ieri.

mercoledì 9 luglio 2014

"Le faremo sapere".

Ok, mi sembra quasi irreale. 

Molte cose sembrano finalmente funzionare.

Come avevo già accennato, il mio umore in questi giorni è salito un gradino più su. La ragione non l'ho ancora ben intuita del tutto (sarà il 30 e lode dell'ultimo esame o il destino che finalmente si è accorto anche di me?), però ciò non toglie che mi senta comunque pervasa da una sorta di instabilità diffusa. Da cosa è data? Dal fatto che non so se tutto questo è destinato a durare. Cos'è, un trabocchetto forse?!

Mi odio quando non ho fiducia negli avvenimenti. Devo anche ammettere, tuttavia, che una certa esperienza mi ha fatto capire che le "cose belle" non sono destinate a durare. Che quando inizi a prenderci gusto e ad aspettartele... Puf, scompaiono magicamente, quasi facendoti dubitare del fatto che esse siano realmente mai esistite.

Ho paura che questo sia solo un periodo di prova. Che mi stia facendo congetture ed aspettative inesistenti, il cui subdolo scopo finale è solo quello di farmi perdere tempo.

Tempo che devo dedicare al prossimo esame.
Che ho tra qualche giorno.
Di cui ho studiato mezza pagina su 900 totali.

Quanto vorrei un pensatoio.


venerdì 4 luglio 2014

Mode on

Sto attraversando una fase in cui ci vuole davvero, davvero poco perché il mio umore cambi all'improvviso, in meglio o in peggio. Ciò significa che la mia giornata può essere disgraziatamente buttata a terra anche da una cretinata ma, del resto, risollevata miracolosamente da un'altrettanto piccola sciocchezza.

Mi sento estremamente vulnerabile... O, meglio, emotivamente flessibile.

Non so se vederla come una piccola fortuna o meno.

Intanto, cerco di tenermi stretto quel po' di bello che impone ai miei giorni di virare nella direzione giusta, quella col vento a favore.

Spero non sia solo una demo.


Translate