mercoledì 31 gennaio 2018

E, senza pensarci troppo, saltai

A volte mi capita di pensare che avrei potuto avere una vita normale. Una di quelle ordinarie, senza troppi rischi, aspettative o ambizioni. Una di quelle che "vai a scuola, all'Università, lavori, ti fidanzi, ti sposi, hai figli, metti casa". Una di quelle ordinate, regolari, con tanti amici ma non troppi, con amori e delusioni e di nuovo amori, con esami falliti ma con 2 corone d'alloro dopo tanta fatica, con il capo che ti fa partire dal basso ma poi ti nota e ti promuove. Una vita rispettata, con vacanze in montagna a sciare a febbraio con gli amici, e poi via verso l'estate e le comitive d'infanzia, senza timore di mettere quel vestito carino perché troppo stretto. Una vita fatta di sacrifici e soddisfazioni, coi genitori orgogliosi di dire al mondo la posizione importante della loro prima figlia, di mostrare le foto dei nipoti ai vicini e ansiosi di avere tutti a casa per Natale

Avrei potuto scegliere tutto questo. 

Non l'ho fatto. 

Mentre pensavo a come sarebbe stato, accadeva altro. Tante case, pochi amici, nessun amore. Lavoro incerto, una corona d'alloro e tanti, troppi sogni chiusi in un cassetto di cui non trovo più la chiave. Una vita disordinata, incasinata, in continuo divenire, in continuo mutamento. Soddisfazioni? Qualcuna sì. Certezze? Nessuna. 

Avrei potuto scegliere la sicurezza. Ho scelto il salto nel buio. 

Sarà stato meglio così?

Lo scoprirò quando avrò toccato terra. 

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