Spero davvero che nessuno mi legga.
Mi sono resa conto che io non seguirei mai un blog come il mio. Da tutti i post emerge il mio "lato oscuro", quello che ho dentro e che non ho il coraggio di dire. Emergono le paure di una ragazza triste, scontenta, malinconica. Sembra davvero che io sia così sempre, che veda la vita come non dovrei, che io la affronti senza stringerla tra le mani, in pugno. Sembra che la solitudine sia la compagna più fidata dei miei dialoghi con me stessa, che io voglia evadere sempre e comunque, che voglia rifugiarmi in un passato che non torna o, semplicemente, avere qualche certezza in più sul futuro. Mai allegria, mai vita vera, mai speranza.
In fondo, un po' è così.
Ma ci tengo a dirlo: io non sono solo questo.
Scrivo quando mi sento sola. Scrivo quando ho voglia di sfogarmi, di urlare al mondo che esisto. Traggo riflessioni da stralci di vita che, penso, sia inutile raccontare nei dettagli.
Quando la tristezza mi assale, quando ho voglia di piangere, quando sento che solo un foglio elettronico può capirmi... io scrivo. E subito dopo mi sento più libera, più sollevata. Un po' meno triste.
La vetrina scura che ho creato in questo spazio inesistente della rete mi aiuta a proteggere la piccola luce che quotidianamente tento di ravvivare. E' confortante sapere che qualcosa mi ascolta.
Non mi interessa se qualcuno mi legge o meno.
Ma so per certo che chi dovesse farlo leggerebbe uno stralcio della mia anima. Un piccolo angolo nascosto nelle profondità del mio io che potrà trovare solo qui, chiuso nel cassetto.
E che mai, mai porterò alla luce.
- Perché scrivi solo cose tristi? -
- Perché quando sono felice, esco. -
- Luigi Tenco -
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