È incredibile come facebook possa essere così finto e reale al tempo stesso. Passiamo ore delle nostre giornate davanti ad uno schermo bianco, nella speranza di sentirci migliori di quello che siamo o, semplicemente, solo un po' diversi. Una vetrina che cattura insicuri, frustrati, malati di solitudine.
Eppure, accade.
In quel mondo così ovattato, filtrato dalla lente di una realtà irreale, cercata e mai raggiunta, in quella stessa teca di incertezze, qualcosa rompe il vetro che separa la realtà "guardata" dalla realtà vera. È come se si venisse scaraventati giù dal letto proprio durante uno dei nostri sogni più belli. Qualcosa ci mette di fronte ad una verità che fa parte "di quell'altro mondo", quello che siamo costretti ad affrontare al di fuori di uno schermo.
L'altra sera, mi è successo.
Io non ti conoscevo, inutile negarlo. I giorni alle elementari, così lontani, opachi, non li posso considerare. Sarebbe superficiale.
Ricordo bene il tuo sorriso, quella tua "maturità" che, forse, mi faceva un po' paura. Ricordo che eri forte. Che piacevi a tutti. In quella tua risata, ora mi è più chiaro, si capiva quanto amassi la vita, quanto la volessi tenere stretta a te.
Andarsene, a ventun'anni. Il solo pensiero mi fa tremare il cuore.
Non posso sapere cosa hai passato. Cosa hai provato in questi giorni, cosa hai visto in quegli ultimi istanti. So solo che, per affrontarlo, ci vuole tanto coraggio.
Non ti sei arresa, ne sono certa. Hai abbracciato ciò che il Signore aveva in serbo per te.
Io credo che alcune persone non siano solo "di passaggio" in questa vita. In fondo, un po' tutti non lo siamo, però è il primo pensiero che la rabbia e la frustrazione producono dopo eventi come questi. "Signore, perché?", ci chiediamo. "Che senso ha avuto nascere, crescere, studiare, innamorarsi, piangere? Siamo solo pedine di un gioco che non possiamo controllare e da cui non usciremo mai, realmente, vincitori?".
La mia risposta è no.
Io credo che si nasce con uno scopo, sempre. E lo scopo non è necessariamente quello di realizzare se stessi.
Le ho viste le reazioni dei tuoi amici, su facebook. Ho visto quanto fossi amata. In fondo, un po' della loro vita è cambiata grazie a te. E non nella tristezza, non nel dolore... Tu hai lasciato un segno.
Non sei stata di passaggio. La tua vita ha cambiato quella di molte persone, anche semplicemente il loro modo di vedere, affrontare, vivere la morte... e non solo.
Ora sei un angelo. Ma secondo me, in fondo, lo sei sempre stata.
E io, nel mio piccolo, voglio ricordarti così.
L'altra sera, mi è successo.
Io non ti conoscevo, inutile negarlo. I giorni alle elementari, così lontani, opachi, non li posso considerare. Sarebbe superficiale.
Ricordo bene il tuo sorriso, quella tua "maturità" che, forse, mi faceva un po' paura. Ricordo che eri forte. Che piacevi a tutti. In quella tua risata, ora mi è più chiaro, si capiva quanto amassi la vita, quanto la volessi tenere stretta a te.
Andarsene, a ventun'anni. Il solo pensiero mi fa tremare il cuore.
Non posso sapere cosa hai passato. Cosa hai provato in questi giorni, cosa hai visto in quegli ultimi istanti. So solo che, per affrontarlo, ci vuole tanto coraggio.
Non ti sei arresa, ne sono certa. Hai abbracciato ciò che il Signore aveva in serbo per te.
Io credo che alcune persone non siano solo "di passaggio" in questa vita. In fondo, un po' tutti non lo siamo, però è il primo pensiero che la rabbia e la frustrazione producono dopo eventi come questi. "Signore, perché?", ci chiediamo. "Che senso ha avuto nascere, crescere, studiare, innamorarsi, piangere? Siamo solo pedine di un gioco che non possiamo controllare e da cui non usciremo mai, realmente, vincitori?".
La mia risposta è no.
Io credo che si nasce con uno scopo, sempre. E lo scopo non è necessariamente quello di realizzare se stessi.
Le ho viste le reazioni dei tuoi amici, su facebook. Ho visto quanto fossi amata. In fondo, un po' della loro vita è cambiata grazie a te. E non nella tristezza, non nel dolore... Tu hai lasciato un segno.
Non sei stata di passaggio. La tua vita ha cambiato quella di molte persone, anche semplicemente il loro modo di vedere, affrontare, vivere la morte... e non solo.
Ora sei un angelo. Ma secondo me, in fondo, lo sei sempre stata.
E io, nel mio piccolo, voglio ricordarti così.
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