Non ci riesco mai.
Finisco col rovinare tutto. Finisco col dire la cosa sbagliata, col tono sbagliato, nel momento sbagliato. E non riesco a rimediare.
A volte vorrei urlare le mie ragioni. Vorrei dire che non ce la faccio più a dovermi sentire sempre in colpa, per ogni minimo errore commesso, anche involontario.
Non sono una macchina. Non sono perfetta.
Vorrei che le parole dette e non pensate, venissero prese per ciò che sono: esternazioni di uno stato d'animo. Vorrei che non mi si rispondesse per forza, né che mi si chiedano le ragioni che mi spingono a determinate reazioni.
Vorrei, a volte, solo il silenzio. Perché alcune frasi sciocche, per quanto apparentemente cattive, lo meritano.
Ma è il prezzo da pagare per chi non si arrabbia mai, per chi si fa andare sempre bene tutto. A queste "creature" a parte, arrabbiarsi non è concesso. Non è concesso rispondere con enfasi, né tantomeno dire cose stupide e senza senso. Se lo fanno, diventano automaticamente "brutte persone". E attorno si crea una barriera invisibile.
Come se non ci fosse già normalmente.
Ma è quando viene costruita da chi non ci si aspetta che sì, fa male veramente.
E ci si sente in colpa anche per lo sfogo che ci si è concessi.
Dopo un po' passa tutto. Ci si sente la rabbia scivolare via come acqua di mare. Gli occhi gonfi per il pianto si asciugano, il cuore torna a battere in maniera regolare. Un respiro a fondo, e non ci si ricorda neanche più il perché di tanta sofferenza.
Ma io credo che, dentro, rimanga sempre qualcosa che ti ricordi cosa hai provato. Le sensazioni che tanto si vorrebbero evitare.
Un brandello di serenità, per quanto minuscolo e insignificante, viene sempre strappato via.