giovedì 24 marzo 2016

Ad occhi aperti

Mi capita spesso di pensare al mio futuro. Nulla di nuovo per molti suppongo. Insomma, chi è che non ci pensa?
Beh, per una come me che spesso si perde nel passato, è una novità notevole. Quando capita, possono accadere due cose: o mi faccio avvolgere dalla paura di non realizzare ciò che vorrei, oppure sogno ad occhi aperti. Reazioni diametralmente opposte. Per il mio carattere, possono avvenire anche entrambe in una stessa giornata. 
In questo momento, tuttavia, non me la sento di abbandonarmi alla negatività. 
È sera. Sono in macchina. Guardo fuori dal finestrino, e vedo una luna gigantesca, infuocata, bellissima. Quasi surreale. 
Poi immagino dove, un giorno, vorrei essere. Mi immagino in un appartamento a Los Angeles, uno di quelli dalle grandi vetrate e la vista sui grattacieli. Li vedo tutti illuminati, sotto di me. Sento la musica lounge che pervade l'ambiente, la luce soffusa, quasi assente, in favore di quella proveniente dall'esterno. Perché no, magari ho anche un calice di vino rosso nella mano destra. Io, che non bevo. Ma per questa sera, si può fare un'eccezione. 
Guardo fuori, e penso che ce l'ho fatta. O perlomeno che sono sulla strada giusta.  Penso a ciò che ho dovuto affrontare, agli anni in Italia, alla mia famiglia. Ricordo tutte le volte che ho sognato questo momento. 
Guardo fuori, e per un attimo mi viene in mente quella volta che stavo in macchina con mamma, papà e Giancarlo, in viaggio per Asiago il giovedì prima di Pasqua. L'indomani, sarebbe arrivato Alessio da Trento. 
Guardo fuori, e rivedo quella stessa luna che mi accompagnava nel mio viaggio. È cambiato tutto, ma lei è sempre lì. 
In silenzio, sorrido. 

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