sabato 21 giugno 2014

Sofferenza in saldo

In questi giorni, devo ammetterlo, i telegiornali mi disgustano.

Mi disgustano tutte quelle trasmissioni che parlano del caso di Yara così, per fare audience. Non per informazione, né tantomeno per aiutare chi sta indagando per cercare la verità. Solo per soddisfare la fame di milioni di appassionati di gialli e cronaca nera.

Una ragazzina è morta. Veramente, però. Un uomo l'ha uccisa. 
Veramente. 
Dei genitori hanno sofferto, e soffrono tutt'ora. Il loro dolore è vero, e nulla al mondo lo potrà mai cancellare.

Non siamo in un romanzo di Agatha Christie. 

Ovviamente Yara è un esempio, perché prima e dopo di lei ce ne sono stati tanti. I media non risparmiano nessuno, e il pubblico non è da meno. Fiction scritte col sangue, lacrime vere e nessun copione da seguire. La gente vuole una storia, e quale storia è migliore della realtà?

Basta. Basta, vi prego. Non c'è nessuna informazione nel ripetere ogni giorno in maniera più accattivante i risvolti di una stessa tragedia. Si ripropone sempre lo stesso dolore. 
E non c'è alcun rispetto per chi soffre davvero.

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